Alexis Grigoropoulos, martire a 15 anni, assassinato a freddo da un poliziotto in uno slargo di Exarchia ad Atene.
Era il 6 dicembre 2008, quella sera i miracoli della tecnologia consentirono alle immagini dell’omicidio di Alexis di fare il giro del mondo e sbugiardare la versione di “comodo” fornita dall’agente. In quei giorni decine di migliaia di giovani sfogarono la propria rabbia e indignazione assaltando le città elleniche, a quegli stessi giorni risale la foto dell’albero di Natale in fiamme davanti al parlamento, preludio e icona di una ribellione frontale che dura tuttora.
A sei anni dall’accaduto l’intensità emotiva con cui migliaia di persone hanno marciato verso il parlamento di Atene sbalordisce ancora.
La storia di Alexis in questi giorni fa di nuovo il giro del mondo, riportata in modo più o meno onesto dai media, ma questa volta la notizia è accompagnata da un’altra, anch’essa raccapricciante, di un ragazzo di 21 anni : Nikos Romanos.
Quel 6 dicembre lui lo ricorda benissimo, non può fare altrimenti, era con altri coetanei accanto ad Alexis e l’ha visto morire, senza ragione, tra le sue braccia. Da un’esperienza così non si torna indietro e chi è sopravvissuto a quella sera ha cominciato, come gli fosse stato prescritto dal medico, un percorso umano e politico di militanza attiva.
Nikos è stato arrestato nel febbraio del 2013. Torturato e sottoposto ad un duro trattamento repressivo, non si è arreso, non ha smesso di lottare nemmeno da una cella.
Il 10 novembre scorso ha cominciato uno sciopero della fame per portare avanti una battaglia per il diritto allo studio da detenuto, diritto a lui negato nonostante il superamento dei test d’ingresso in una delle più ambite università greche. “Soffocare per un soffio di libertà”, questo è il titolo del suo ultimo comunicato in cui spiega le ragioni della sua protesta.
Una storia, quella di Nikos Romanos, che ricorda Alekos Panagulis, rivoluzionario e poeta greco descritto da Oriana Fallaci nel libro “Un Uomo”. Entrambi simboli della Grecia moderna.
Oggi sono trenta giorni che non tocca cibo ed è ormai ricoverato per le gravi condizioni di salute. Una guerra tra la Grecia e Romanos che rischia di arrivare ad un punto di non ritorno, vista la sentenza della Corte Suprema che gli ha definitivamente negato i permessi universitari a cui avrebbe diritto.
Nikos ha già fatto sapere che non porrà fine alla sua lotta, dovesse anche essere l’ultima!
Gianluca Lamarra
© Riproduzione riservata