Di anni ne son passati 35 da quando cominciarono i lavori per realizzare la mitica metropolitana a Napoli, la famosa Linea 1, quella che svecchia la città, la rende più moderna e più praticabile.
Antonello de Risi è il direttore tecnico per la progettazione delle opere civili, lo stesso che da tutti questi anni collabora con architetti e archeologi di fama internazionale per realizzare la metrò-museo. Non una stazione metro come tutte le altre, infatti, si sta preparando, ma un vero e proprio museo sotterraneo, che mette in mostra i numerosissimi ritrovamenti archeologici che i lavori hanno riportato a galla: l’antico porto di Neapolis, il molo angioino, due navi, torri aragonesi, la Torre dell’Incoronata e chi più ne ha più ne metta. Tutto questo passato riscoperto ha contribuito a rallentare i lavori, il progetto è cambiato negli anni e, ad oggi, si propone di portare la città al mare mostrandole tutta la cultura che l’ha attraversata. Un mezzo utile e tecnologico, insomma, che dialoga con la storia, un enorme cannocchiale che parte da San Martino e raggiunge la Stazione Marittima, come De Risi afferma.
Questo meraviglioso gioiello è però ancora una volta chiuso a doppia mandata nella cassaforte della città. Il sindaco partenopeo, Luigi De Magistris, già a giugno annunciava la prossima apertura della stazione sul limitar dell’anno, per il 30 dicembre, si diceva, ma di aria di festa non ce n’è – se non fosse per il Natale. La metro non ha aperto, o meglio non ancora. Piazza Municipio rimane ancora un cantiere aperto e nemmeno il 2014 è stato, quindi, l’anno giusto per vederla finalmente libera dai lavori in corso.
Ma se era tutto pronto, cosa è successo stavolta? Tutto tace a riguardo e la marcia indietro rimane ingiustificata. Sarà forse che mancava il tempo necessario, sarà forse che da quest’ultimo settembre i lavori hanno preso un ritmo più moderato ma non per nuovi reperti. Questa volta si tratta di morte sul lavoro: un operaio, Salvatore Renna, di 41 anni, precipita da un’impalcatura di sei metri e muore. I carabinieri si occuparono di chiarire le cause della morte dell’operaio di Boscoreale, di accertarsi sui turni lavorativi, se la presenza degli operai fosse autorizzata… Neppure questi interrogativi sono stati evasi, ahimè, e la metro rimane ferma lasciando il dubbio che i lavori abbiano portato a galla qualcos’altro, a parte epoche antiche e lontane.
Forse il fascino di Napoli è anche questo, quello di custodire per anni, secoli, segreti preziosissimi a volte destinati a rimanere tali.
Carmen Compare
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