In questo periodo le nostre emozioni sembrano un’onda inarrestabile che ci travolge dall’interno.
Per molti anni abbiamo considerato le emozioni come secondarie o come non necessarie nella vita di tutti i giorni. E ancora oggi, spesso, l’essere emotivi è sinonimo di fragilità, qualcosa di cui vergognarsi e per questo nascondere.
Ma siamo sicuri che è così?
Siamo sicuri che emozione e razionalità debbano essere separate?
Entrambe sono importanti perchè facilitano la conoscenza di noi stessi e del mondo.
Ma come mantenere il loro equilibrio?
Quando le emozioni aumentano di intensità si innescano velocemente delle reazioni, prima che la parte razionale abbia potuto comprendere ciò che sta accadendo e quindi prima che abbiamo potuto valutare se si tratti o meno di una buona idea. In questo caso è molto facile farsi sopraffare dai sensi di colpa e considerare la nostra emozione come sbagliata.
Le emozioni innescano una reazione, ma affiancate dalla mente razionale permettono un’azione.
Che differenza c’è tra reagire ed agire?
Immaginiamo qualcuno in fila al supermercato che stanco ed annoiato inizia a sbraitare contro il personale che sta svolgendo il proprio lavoro: ecco, questa è una reazione. Immaginiamo invece la stessa persona, ugualmente stanca ed annoiata, che inizia a parlare del suo stato d’animo con gli altri clienti in fila, scoprendo di non essere il solo a provare quelle emozioni: ecco l’azione.
L’azione quindi – a differenza della reazione – ci permette di incanalare le nostre emozioni in modo più costruttivo, rendendone la gestione più semplice. Ciò significa che in momenti come quello che stiamo vivendo, ad esempio, è importante condividere le nostre emozioni con le persone che ci sono vicine e di cui ci fidiamo.
È possibile apprendere come elaborare un’ “azione”? E dove?
È nell’ intimità familiare che impariamo come sentirci riguardo a noi stessi, quali potrebbero essere le reazioni degli altri ai nostri sentimenti, quali alternative abbiamo per agire e come leggere ed esprimere speranze e paure. L’educazione emozionale opera non solo attraverso le parole e le azioni dei genitori, ma anche attraverso i modelli che offrono mostrando come controllano i propri sentimenti e la propria relazione coniugale.
Come possono i genitori aiutare emotivamente i propri figli in questo periodo così delicato e complesso?
Ai bambini è sempre importante dire la verità, ma con un linguaggio chiaro ed adeguato alla loro età.
Innanzitutto dunque è importante non negare le loro emozioni, accoglierne sentimenti e pensieri.
Se la reazione è sbagliata è importante correggere il comportamento ma non l’emozione, parlando con loro e cercando nuove e diverse modalità di espressione.
Del resto anche i genitori possono provare paura, ma non per questo danno il cattivo esempio.
In questo particolare periodo capita spesso di andare a dormire e di svegliarsi con stati d’animo molto intensi che non permettono di riposare serenamente e di iniziare le giornate con un ritmo adeguato alle difficoltà che dobbiamo affrontare. La paura ci tiene continuamente in tensione.
Diversi sono i tipi di paura che minano la nostra stabilità emotiva, che ci fanno entrare in un tunnel senza via di uscita: con il cuore che sobbalza, i pensieri negativi che incalzano e la tristezza che occupa ogni angolo del nostro corpo e della mente. Ci sentiamo sfiduciati e stanchi.
A volte sembra che ci siano delle persone che sfidano la paura illudendosi di controllarla, e così scappano credendo di allontanarsi dal pericolo ma portandosi dietro timori e tensioni.
Quali sono le paure che più emergono in questo periodo?
La paura di ammalarsi o di perdere persone a noi vicine, la paura di quello che ci aspetta in futuro.
Le continue notizie che riceviamo dai social o dalla tv non fanno poi che amplificare queste nostre ansie.
Da un lato siamo noi stessi a ricercarle, sentendo il bisogno di comprendere cosa sta accadendo nel mondo e la necessità di controllarlo. D’altro lato vi è un vero e proprio bombardamento d’informazioni, tra titoli impressionanti e disarmanti. Tutto ciò non fa altro che peggiorare il nostro stato d’animo.
È allora sbagliato avere paura o ci può salvare la vita?
In realtà, se la mente emotiva collabora con quella razionale, la paura può aiutarci a preservare non solo la nostra salute, ma anche quella delle persone con cui siamo a contatto. Il primo passo per mantenere l’equilibrio tra le due menti è riconoscere ciò che stiamo provando: comprendere che i sintomi fisici potrebbero essere una risposta alle emozioni che ci stanno travolgendo. Possiamo così accettare la paura senza combatterla o evitarla, ma condividendola con gli altri ricordandoci che è uno stato transitorio. Possiamo poi seguire le indicazioni ufficiali emanate dalle istituzioni competenti, informandoci solo da fonti ufficiali ed evitando di lasciarci portar via dal flusso incessante di notizie, scegliendo ad esempio di vedere non più di due notiziari al giorno.
Dott.ssa Anna D’Alessio Psicologa e Psicoterapeuta
E-Mail: annadalessio1984@libero.it
Dott.ssa Luisanna Catalano Psicologa e Psicoterapeuta
E-Mail: luisanna83@hotmail.it
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