Colpire i più piccoli, per vendicare il dolore con il dolore. È questa la folle idea che ha spinto un gruppo di talebani della sigla TTP a colpire, pochi giorni fa, una scuola a Peshawar, in Pakistan. La scuola era frequentata da bambini tra i 6 e i 16 anni, tutti figli di membri dell’esercito. Il bilancio ha davvero sconvolto il mondo intero con 141 vittime, di cui 130 studenti. “Abbiamo scelto con attenzione l’obiettivo da colpire con il nostro attentato. Il governo sta prendendo di mira le nostre famiglie e le nostre donne. Vogliamo che provino lo stesso dolore”. Queste le parole del portavoce degli attentatori Mohammed Umar Khorasani che ha di fatto rivendicato la strage.Ma chi sono questi talebani del TTP?
I talebani pakistani, protagonisti della strage, hanno metodi di combattimento, leadership e struttura organizzativa diversi dai cugini afghani, seguaci del mullah Omar. Con gli “studenti coranici” che hanno governato l’Afghanistan al tempo dell’Emirato islamico e poi combattuto le truppe della Nato, condividono soltanto il nome, una matrice culturale comune e soprattutto quell’ampia terra di nessuno che divide e unisce l’Afghanistan e il Pakistan.
Il nome ufficiale del gruppo è Tehreek e Taliban Pakistan (TTP) e la sua formazione la si fa risalire al dicembre del 2007 quando gruppi di paramilitari che operavano nel Pakistan e nel Khyber Pakhtunkhwa decisero di coalizzarsi tra loro. L’origine di questi gruppi avviene nei primi anni novanta al nord del Pakistan. Dopo la sconfitta sovietica in Afghanistan, i talebani – studenti delle madrasse, scuole religiose, educati alla forma più estrema dell’islamismo sunnita – promisero di riportare la pace in quei confini colpiti dalla guerra e di imporre la sharia, la legge islamica. Dalla fine del 1994 i talebani, guidati dal mullah Omar che insegnava in una madrasse, riescono a conquistare buona parte del paese, con finanziamenti e aiuti militari da Islamabad. Il Pakistan è tra i pochi paesi a riconoscere il loro governo, dopo la presa di Kabul.
Dopo la caduta del governo talebano nel 2001, alcuni combattenti tornarono in Pakistan dove ormai l’autorità dello stato pakistano era nulla.
Prima del 2007 i talebani pakistani non avevano una vera e propria organizzazione: molti comandanti vantavano rapporti personali con Al Qaeda ma non operavano seguendo schemi comuni. Successivamente , in seguito ad un’operazione dell’esercito pakistano, i comandanti decisero di unire le loro forze creando ufficialmente il TTP e dichiarando comunque il loro rispetto ai leader afghani. Tuttavia, come già riportato sopra, proseguiranno in maniera diversa dai loro cugini afghani.
Gli obiettivi del TTP sono principalmente due: rovesciare lo stato pakistano, considerato come asservito agli americani, e instaurare un governo di tipo islamico.
L’organizzazione del gruppo è molto meno complessa e sofisticata di quella dei talebani afghani, la cui articolazione interna ha impedito – finora – importanti fratture e favorito invece la nascita di strutture di governo “parallele” e alternative a quelle statali. Al TTP manca la stessa coesione, ma può vantare una lunga e consolidata rete di collaborazione con l’islamismo globale, che ha trovato nell’area del Waziristan un terreno sicuro per l’addestramento e il reclutamento. Ciò che rende il gruppo temibile, notano gli analisti, è proprio la sua capacità di offrire ansar, protezione e rifugio, ai militanti stranieri nell’area del Waziristan, al confine con l’Afghanistan, e in altre aree limitrofe. In questo modo il TTP ha consolidato legami significativi con alcuni gruppi qaedisti, anche se non ha ancora elaborato una strategia militare né una visione ideologica in linea con le sue scelte tattiche.
Il TTP rimane però principalmente un amalgama di combattenti ed ogni gruppo è fortemente radicato in un’area tribale. A guidare i vari gruppi c’è un consiglio di leadership composto dai ari comandanti e guidato da quello supremo, mullah Fazlullah. Ma di recente si sono potute osservare varie spinte dall’interno che hanno portato a diverse spaccature nell’organizzazione. Oggi il TTP appare diviso in tre raggruppamenti principali: il consiglio guidato dal mullah Fazlullah ; Omar Khorsani e il suo Jamaat ul Ahrar proseguono la battaglia contro il governo pakistano, pur senza riconoscere la leadership di Fazlullah ; altri gruppi armati hanno invece rinunciato momentaneamente alla lotta contro le istituzioni pakistane, per evitare di sollecitare ulteriori rappresaglie dell’esercito.
Ultimamente la guerra contro il TTP ha attraversato diverse fasi , dai conflitti più violenti ai tentativi di pace. Già da giugno l’esercito pakistano si è impegnato in una nuova campagna militare contro il TTP nel Waziristan del nord raccogliendo molte simpatie dal governo americano e migliorando i rapporti tra le due nazioni. Secondo gli ultimi resoconti la campagna si starebbe rivelando davvero un successo grazie anche alla cooperazione tra l’esercito pakistano e i droni americani. Entro fine ottobre l’esercito pachistano aveva ucciso oltre mille militanti del Tehrik-e-Taliban Pakistan. A inizio dicembre gli attacchi si sono intensificati provocando la morte di altri militanti e di alcuni leader.
Crescenzo Crispino
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