Venerdì 12 febbraio 2016 sarà senz’altro ricordata come una data importante per la Chiesa: a L’Avana, la capitale di Cuba, è infatti avvenuto l’incontro storico tra Papa Francesco e il Patriarca della chiesa ortodossa russa Kirill.
Per capire l’importanza di questo incontro bisogna in ogni caso tornare al 1054, l’anno del Grande Scisma d’Oriente.
Dal 330 d.C (data di fondazione di Costantinopoli, capitale dell’Impero Romano d’Oriente) al 1054, una “chiesa d’Oriente” era già ufficiosamente nata in contrapposizione a quella romana occidentale, con cui non condivideva alcuni aspetti (da cose più importanti, come il primato del Papa, ad aspetti secondari, come l’obbligo per il prete di portare la barba). Papa Leone IX, dunque, cercando di ricucire i rapporti, inviò a Costantinopoli una delegazione guidata dal cardinale Umberto da Silva per incontrare il patriarca Michele Cerulario. L’esito dei contatti non fu comunque quello sperato e le due chiese si scomunicarono a vicenda. Il 16 luglio 1054 è quindi ricordato come il momento ufficiale del primo grande scisma del mondo cristiano, diviso da allora in Chiesa Cattolica e Chiesa Ortodossa.
C’è da segnalare, però, che nel corso dei secoli ci sono stati timidi tentativi di riavvicinamento, il più importante dei quali è stato l’incontro del 1964 tra Papa Paolo VI ed il Patriarca di Costantinopoli Atenagora (foto a fianco) nel quale si giunse alla stesura di una Dichiarazione congiunta che annullò di fatto le sentenze di scomunica del 1054.
Si è dovuto aspettare più di 50 anni, dunque, per un incontro ancora più importante: alle 14:20 ora locale (dopo le 20 in Italia) in una saletta dell’aeroporto de L’Avana, Papa Bergoglio ed il Patriarca Kirill si sono abbracciati scambiandosi parole di reciproco affetto (“Hermano, hermano, finalmente!” – Avrebbe detto Papa Francesco in un misto tra spagnolo ed italiano, ricevendo come risposta dal patriarca Kirill le distensive parole “Benvenuto, caro fratello. Adesso le cose sono più facili”).
Cuba è stata scelta come luogo di questo storico momento perché “campo neutro”, lontano da possibili luoghi evocativi di contrasti religiosi e con il presidente Raùl Castro impegnato in prima linea per la realizzazione della riunione tra i due vescovi, corredata da un colloquio privato tra il Papa ed il Patriarca (affiancati da due interpreti) della durata di circa due ore.
A conclusione di questo incontro c’è stata poi la redazione come nel 1964 di una Dichiarazione congiunta che ha sintetizzato i principali temi affrontati dai due leader religiosi, come le tensioni tra Russia ed Ucraina, il diritto inalienabile alla vita e, in particolare, la condanna nei confronti delle persecuzioni che drammaticamente si stanno consumando in diverse aree del pianeta, Medio Oriente in primis, con la richiesta ai leader di tutte le nazioni di proteggere i Cristiani dalle oppressioni.
Traspare inoltre, in questo documento, la speranza di vedere riunite le due Chiese in un futuro non molto lontano, auspicando una riconciliazione dogmatica e rituale e portando così ad un effettivo annullamento dei contrasti iniziati ufficialmente nel 1054. Dopo pochi giorni da questa data memorabile, non è dato sapere se ci sarà un seguito a queste speranze, resta comunque da augurarsi che non si tratti solo di parole morte su carta.
Gianluca D’Andrea
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