“Terra dei fuochi” è un termine usato per la prima volta nel “Rapporto Ecomafie 2003” curato da Legambiente, e indica quella porzione del territorio campano che, estendendosi tra le province di Napoli e Caserta per un grandezza di 1076km², ospita oltre 2 milioni e mezzo di abitanti. Questa zona, che comprendere il famoso “triangolo della morte Acerra-Nola-Marigliano”, è oggetto di uno stretto monitoraggio da parte del Organizzazione Mondiale della Sanità, dell’Istituto Superiore di Sanità, del Consiglio Nazionale delle Ricerche e della Regione Campania, per l’elevata mortalità a causa di tumori e malformazioni congenite rilevate dal 1994 al 2002.
Questi dati furono resi noti però solo nel 2007, in coincidenza con la crisi rifiuti; da allora non se ne parlò più fino al 2011 quando in un rapporto dell’Arpac si segnalò che esisteva un’area di 3 milioni di metri quadri inquinata dai veleni springionati da una massiccia presenza di rifiuti tossici. Questi dati, pur essendo sconcertanti, non comportarono nessun intervento significativo e la questione ripiombò nel silenzio, nonostante gli sforzi costanti di cittadini e associazioni impegnati in prima fila per accendere i riflettori sulla questione.
Arriviamo al 2015, quando l’ ISS(Istituto Superiore di Sanità) avvia un’indagine nazionale i cui dati sono stati diffusi all’inizio del 2016: informazioni che evidenziano un quadro preoccupante nella Provincia di Napoli, dove si riscontra negli uomini un’incidenza tumorale e una mortalità superiori dell’11% e nelle donne rispettivamente del 9% e del 7% . Non incoraggianti neanche i dati provenienti dalla Provincia di Caserta, dove l’indice di mortalità è del 9% fra gli uomini e del 4% fra le donne. Da segnalarsi un eccessivo rischio di tumori allo stomaco, fegato, polmone e vescica, e della mammella fra le donne. Tutte patologie che ammettono diversi fattori causali certi o sospetti, fra questi anche esalazioni provenienti da siti di smaltimento di rifiuti tossici e da combustioni incontrollate di scarti pericolosi e solidi urbani. L’ISS ha nel suo rapporto indicato anche dati critici per quanto riguarda la salute dei bambini: se infatti la mortalità infantile dovuta al cancro non è eccessivamente alta, si riscontra invece un’ allarmante richiesta di ricoveri per tumore e leucemia nel primo anno di vita. ( *CLICCA QUI per leggere il rapporto completo del ISS)
Come mai la nostra terra versa in queste condizioni?
Tutto comincia nei primi anni 70, quando la Camorra inizia ad investire nel ciclo dei rifiuti aiutando diverse aziende, soprattutto del Nord Italia, a liberarsi illecitamente dei rifiuti tossici il cui smaltimento risultava troppo costoso. La prova di quanto appena detto è in un recente studio che ha rilevato, nelle campagne campane e nel sangue di un significativo campione di abitanti, alte concentrazioni di policlorobifenili (PCB) – prodotti da industrie chimiche che non esistono in Regione Campania – e di fanghi industriali provenienti da Porto Marghera (Venezia). Circa ottomila tonnellate di questi rifiuti pericolosi, mascherati da compost fertilizzante, sarebbero state smaltite nelle campagne di Acerra dal clan dei Casalesi.
Altro fenomeno preoccupante, e spesso non molto considerato, è quello dei cosiddetti “Roghi tossici”, vere e proprie combustioni a cielo aperto di rifiuti di ogni genere, pericolosissime se si considerano le sostanze tossiche che vengono rilasciate e che sono altamente cancerogene per l’uomo.
Queste e molte altre sono le cause di uno dei più grandi disastri ambientali del nostro Paese, una situazione drammatica che oltre ad uccidere sistematicamente centinaia di persone, danneggia l’economia e il turismo di tutte le aree interessate. Stato, leggi, forze dell’ordine, nonostante tutto non riescono a interrompere ciò che molti, esasperati, definiscono un vero e proprio massacro, per cui è compito del cittadino, che tiene alla propria terra e alla salute sua e dei suoi figli, cercare di inquinare il meno possibile e DENUNCIARE chiunque commette questi crimini.
Il SILENZIO è la VOCE DEL NIENTE, e noi del MOVIMENTO CULTURALE IDEELIBERE, da sempre in prima fila anche in questa battaglia, continueremo a far sentire la nostra voce, per un territorio che non si è arreso e che merita di più.
Andrea Russo
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