È il 9 luglio del 2004, dopo l’esibizione di Vasco nel corso del tour Buoni o cattivi, il San Paolo chiude le porte alla musica.
Lo stadio, infatti, viene dichiarato inagibile per questo tipo di eventi in seguito ad un sopralluogo dell’Asl che rileva, durante il concerto, “movimenti oscillatori tali da costringere gli esperti ad abbandonare le loro postazioni”. Da allora il terreno erboso ospita solo partite di calcio privando la città di grandi eventi musicali e culturali degni del San Siro o dell’Olimpico.
A luglio di quest’anno, però, dopo ben 11 anni, ricomincia la stagione musicale dello stadio napoletano e proprio con colui che l’aveva chiusa: il 2 e il 3 luglio si esibirà Vasco e il 26 dello stesso mese Jovanotti. A questo punto, date ufficiali e biglietti alla mano, la polemica scoppia. Ad essere contrari sono i cittadini di Fuorigrotta, guidati dal Comitato civico Fuorigrotta vivibile, i quali hanno presentato una serie di documenti per provare l’inutilizzabilità della struttura per i suddetti fini. L’accusa è quella di inquinamento acustico, per la quale esiste dal lontano 2004 un fascicolo all’attenzione della Procura della Repubblica di Napoli. Il Comitato chiede le dovute misure di sicurezza a tutela del quartiere ed in questo senso si è mosso rivolgendosi al sindaco De Magistris e diffidando la prefettura di Napoli. La domanda fondamentale è: “cosa è cambiato, se qualcosa è cambiato, rispetto a dieci anni fa?”
In realtà pare che dopo un lavoro costante svolto a Palazzo San Giacomo, d’intesa con Aurelio De Laurentiis, siano stati effettuati meticolosamente tutti i rilievi sulle vibrazioni dell’impianto e sull’impatto di queste sugli edifici del quartiere. Inoltre, per non rendere scontento nessuno, a tutela del Napoli, sono state prese tutte le precauzioni per tenere intatte le zolle verdi. Chi dice la verità? Non resta che aspettare Vasco per scoprirlo.
Viviana Genovese
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