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“Mi chiamo Mahatari e ho 10 anni. Vivo in Somalia, in un piccolo villaggio. La mia capanna non è tra le più belle, la mia mamma e il mio papà lavorano tutto il giorno e spesso per me e i miei fratellini non c’è quasi nulla da mangiare, ma io sono felice ugualmente. Mi hanno insegnato che quando c’è l’amore della famiglia si può superare tutto, e io sono davvero convinta che sia così. La mia mamma stamattina mi ha parlato di qualcosa di strano, qualcosa che lei vorrebbe che facessi. Mi ha detto che anche lei lo ha fatto alla mia età, che non devo spaventarmi, che lei sarà vicina a me in ogni momento, ma io non sono riuscita a capire bene cosa accadrà. Mi ha detto che sarà qualcosa di molto doloroso, che mi cambierà per sempre la vita, ma mi ha anche detto che lei lo ha fatto, sua madre lo ha fatto, sua nonna l’ha fatto, tutte le donne del villaggio lo hanno fatto, alla mia età. La mamma mi ha anche spiegato che sarà un sacrificio che dovrò fare per il mio futuro: se non le obbedirò verrò allontanata dalla mia comunità, nessuno vorrà sposarmi e rimarrò da sola… no, non voglio, obbedirò alla mamma! Anche le mie amiche faranno la stessa cosa, siamo tutte un po’ spaventate, ma sappiamo che le nostre mamme vogliono solo il meglio per noi.”
Da circa un mese,circolano online dei video riguardanti le molestie che numerose donne, i soggetti tipicamente più deboli, ogni giorno sono costrette a sopportare e, ingiustamente, ricevere. La produzione e la divulgazione di tali video è il resoconto di un esperimento sociale volto a rendere pubblico un fenomeno che oggigiorno non cessa d’esistere, ma che aumenta progressivamente fino a far tornare indietro il Paese,nel nostro caso, l’Italia.
Nel 1935 uno sconcertante fatto di cronaca spinse Frida Kahlo a mettere su tela “Qualche colpo di pugnale” : la cruda raffigurazione dell’omicidio di una donna uccisa dalla inarrestabile gelosia del marito. L’artista – ispirata dalle sue personali sofferenze e da una delle dichiarazioni dell’uomo che si difese davanti al giudice dicendo: “ma era solo qualche colpo di pugnale” – realizzò un’opera tanto significativa da essere considerata uno dei primi manifesti contro la violenza femminile.
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